POESIE - CALABRIA
Fatti i ll’anticu.
La vita degli uomini una volta era semplice, animata dal sentimento e dalla religione che conservava l’amore per la famiglia. Si viveva di piccole cose, ma spensierati senza preoccuparsi se si camminava scalzi, se non si avevano abiti “firmati”ecc.; gli uomini non erano spendaccioni e schiavi del consumismo. Si badava a cose concrete e soprattutto c’era il rispetto verso il prossimo. Tutta questa delinquenza, questo bullismo una volta non esisteva, oggi le nuove generazioni badano purtroppo a cose più frivole. Peccato che nessuno si sofferma a pensare e a comprendere...
La vita degli uomini una volta era semplice, animata dal sentimento e dalla religione che conservava l’amore per la famiglia. Si viveva di piccole cose, ma spensierati senza preoccuparsi se si camminava scalzi, se non si avevano abiti “firmati”ecc.; gli uomini non erano spendaccioni e schiavi del consumismo. Si badava a cose concrete e soprattutto c’era il rispetto verso il prossimo. Tutta questa delinquenza, questo bullismo una volta non esisteva, oggi le nuove generazioni badano purtroppo a cose più frivole. Peccato che nessuno si sofferma a pensare e a comprendere...
Dialetto: Calabria
Fatti i ll’anticu.
Mi scialu i scrivu stì me rrigati
‘undi parru iomini antichi du’ passatu,
ntù camunu di me’ tanti pinnati
cuntu e scrivu jii’ tanti vichi assati.
Ricuorddu tandu cuòmu sì fussi uora
sì caminava a scaza o chi mitti
sulu carrozzini, sciecchi e bricchetti.
A ggenti stava ntre casi fatti i ta vuli
‘undi durmiva e passava lì su’ uri,
nenti carnni ma erbi zicchi zacchi,
nenti fistini lavuru cu’ nnuju amuri.
L’omini i navuta nunerunnu scjaqualattuni
pi’ iji mitti e nù cazi firmati,
l’amicu ti rispettava cuomu frati e
zappava o lavuru cù fica ssiccati.
Oji, malipimmia, sì cierchi i japri vucca
mpaci nù stai mancu sì ssì mtrù lettu,
siquestri, mpàmità, màzzatoini su’ i moda
e paji i scupettaq si’ parri, ntrù pettu.
Tantu mi’ dispìaci mù lu cunttu, a vui letturi,
chistu e atru avarria mì scrivu,
lu mundu sì votau supra sutta,
ca’ a fini iciti vui, i ttutto mi privu.
Chistu sarria passabili cumè a situazioni
puru lù rrispettu manccau intra li casi,
fuòra mi canusci e i mascùli chi fimmani
ndhài mi’ guardi dintra li cazi.
Finiscìu cu’ nu’ proverbiu salatu:
“unddi ti’ vuti vuti u’ mari è ssalatu”!
Traduzione in italiano
Episodi degli antichi
Mi diverto a scrivere queste mie righe
dove racconto di uomini del passato,
durante la stesura dei miei tanti scritti
racconto e scrivo dei tanti vicoli frequentanti.
Ricordo il passato come se fosse ora
si camminava scalzi o con le “calandrelle”
non c’erano pistole né aeroplani
solo carrozze, asini e biciclette.
La gente abitava nelle case fatte di legno,
dove dormiva e passava le giornate,
niente carne ma verdura di campagna,
mai feste, soltanto lavoro non erano spendaccioni,
per loro solo “calandrelle” né pantaloni firmati;
l’amico ti rispettava come fratello
e andava avanti nel lavoro mangiando fichi secchi.
Oggi disgraziatamente, se cerchi di parlare
non hai pace neanche se stai dormendo;
sequestri, tradimenti, uccisioni sono di moda
e colpi di lupara, se parli, nel petto.
Tutto questo mi dispiace raccontare a voi lettori,
però avrei tanto altro da scrivere,
il mondo è diventato cattivo
che alla fine mi dovrei privare di tutto.
Questo sarebbe un danno passabile
perché manca l’educazione nelle famiglie.
Per distinguere gli uomini dalle donne
devi guardare nei pantaloni.
Termino con un proverbio pungente:
“giri e ti rigiri il mondo è salato”.
Racconto inviato da: catalano esterino