POESIE - CALABRIA
L'arti non si premia, ma s'ammira
Sonetto inedito del poeta cauloniese Orazio Raffaele Di Landro, nel quale si dice che è inutile organizzare premiazioni di poesia, poiché non sempre chi è premiato è veramente il migliore, ma tante volte proprio i migliori decidono di non scendere in campo. L'unico premio vero che può avere una poesia è la sincerità di chi giudica, come si legge negli ultimi due versi; ma questa è una cosa che capita raramente...
Sonetto inedito del poeta cauloniese Orazio Raffaele Di Landro, nel quale si dice che è inutile organizzare premiazioni di poesia, poiché non sempre chi è premiato è veramente il migliore, ma tante volte proprio i migliori decidono di non scendere in campo. L'unico premio vero che può avere una poesia è la sincerità di chi giudica, come si legge negli ultimi due versi; ma questa è una cosa che capita raramente...
Dialetto: Calabria
L'arti non si premia, ma s'ammira
Non guardati si fuvi già premiatu
e si stima e rispettu conseguìvi;
guardati si ogni versu è ragiunatu
e s'esti giustu chidu chi scrivivi.
Non è ca non mi sentu preparatu,
ma per scelta precisa mai eu jìvi
a concorsi; pe' mia esti sbagghjatu
premiari a cui nci piaci sempi u scrivi.
Cu' esti premiatu, sempi, non è dìttu
ch'esti u megghju, e ogni premiu meritàu.
Forsi era megghju cui si stetti cittu;
e ancora megghju cui 'on si presentàu.
Ma u premiu veru chi spetta a ogni scrittu
esti a sincerità i cui giudicàu.
Traduzione in italiano
L'arte non si premia, ma si ammira
Non guardate se sono stato già premiato
e se ho conseguito stima e rispetto;
guardate se ogni verso è meditato
e se è giustu quello che ho scritto.
Non è che non mi sento preparato,
ma per scelta precisa non sono andato mai
a concorsi; per me è sbagliato
premiare chi prova piacere nello scrivere sempre.
Chi è premiato, sempre, non è detto
che sia il migliore, ed abbia meritato ogni premio.
Forse ha fatto meglio chi è rimasto zitto;
e ancora meglio chi non ha partecipato.
Ma il vero premio che spetta ad ogni poesia
è la sincerità di chi ha giudicato.
Racconto inviato da: Orazio Raffaele Di Landro