PROVERBI CAMPANIA
Lista proverbi mandati dagli utenti di Dialettando.com
Buono p'aparà 'o mastrillo.
Letteralmente: buono per armare la trappolina.Il mastrillo è la piccola trappola per topi nella quale a mo' di esca si pone un piccolissimo pezzetto di formaggio; così che quando di si dice di una razione alimentareche è buona per armare la trappola, si vuol significare che la razione è veramente parva res, esigua e non adatta a soddisfare neppure un normale appetito.
Campania
Jì ascianno guaie cu 'o lanternino.
Letteralmente: andare alla ricerca di guai con la lanterna. Id est: cacciarsi nei guai quasi con voluttà al punto di andarne alla ricerca con una metaforica lanterna che illumini i luoghi dove i guai stanno nascosti. Il termine asciare significa cercare qualcosa con insistenza quasi fiutandola e viene dal latino adflare: annusare con consueta trasformazione di FL in SCI come per FLOS che in napoletano diventa SCIORE.
Campania
Si' ghiuto a sentere'a messa d''e disperate?
Letteralmente: Sei stato ad assistere alla messa dei disperati? Questa sarcastica domanda viene rivolta a chi si presenti tardi ad un appuntamento perché trattenuto da altra incombenza cominciata tardi e protrattasi quale quella messa che temporibus illis, quando non esistevano ancora le messe vespertine veniva celebrata a Napoli presso la Chiesa della Pietà dei Turchini in via Medina, messa che principiava tardissimo, alle ore 14.30, e che era frequentata dai più incalliti tiratardi che spesso per assistere alla funzione mancavano l'appuntamento delle 15.00, orario canonico nel quale in tutte le cucine napoletane risuonava il fatidico "Menate!" e cioè "calate la pasta " del pranzo domenicale.
Campania
Sabbato è arrivato, stammo a' fine d'''a semmana: allonga 'o punto e allarga 'a mana.
Letteralmente: sabato è giunto, siamo alla fine della settimana, allunga il punto e allarga la mano. La locuzione è pronunciata a mo' di disonesto consiglio allorché ci si trovi davanti alla scadenza di un termine che colga impreparati; allora - prendendo spunto dal disonesto consiglio dato da un sarto ai propri lavoranti,- si esorta a rabberciare il lavoro per portarlo a conclusione nei termini, anche se non nei modi previsti.
Campania
'Mpigna, meze sòle e tacche.
Letteralmente:tomaia, mezze suole e tacchi. La frase viene usata quando si voglia significare di trovarsi davanti ad una situazione così disastrata che occorra procedere ad una bonifica di parecchi dei suoi componenti come dinanzi ad una scarpa particolarmente rovinata occorrerà procedere alla sostituzione della tomaia, suole e tacchi, di talché converrebbe lo acquisto di un nuovo paio di scarpe piuttosto che portare a compimento una riparazione.
Campania
'A fatica d''e fracete se venne a caro prezzo.
Letteralmente: il lavoro degli svogliati, si vende caro. Id est: chi ha scarsa voglia di lavorare richiede compensi altissimi per modo da spaventare e distogliere il committente dalla sua richiesta d'opera.
Campania
Dalle a dalle 'o cucuzziello addeventa tallo.
Letteralmente: dagli e dagli la zucchina diventa tallo.Id est: ad insistere sempre sulla medesima questione si finisce male come a cogliere zucchini continuamente non restano che le foglie. Il tallo è la foglia commestibile delle cucurbitacee, ma pure essendo edibile è sempre meno pregiata e saporita dello zucchino che già di suo non è molto saporito.
Campania
Quann'è pe vizzio, nun è peccato!
Letteralmente: Quando dipende da un vizio, non è peccato. A prima vista parrebbe che la locuzione si ponga agli antipodi della morale cristiana che considera peccato anche i vizi, soprattutto i capitali; ma tenendo presente che il vizzio(correttamente scritto con due zete in napoletano) della locuzione è il vitium latino, ovvero il mero difetto, si comprenderà la reale portata della frase che scusa la cattiva azione generata non per dolo, ma per mero difetto o errore.
Campania
Passasse ll'ngelo e dicesse: Ammenne!
Letteralmente: Possa passare un angelo e dire "Così sia!" La locuzione usata come in epigrafe con il congiuntivo ottativo la si adopera per augurarsi che accada qualcosa, sia nel bene che nel male; usata con l'indicativo ha finalità imprecativa, mentre usata con il passato remoto serve quasi a spiegare che un determinato accadimento, soprattutto negativo è avvenuto perchè, l'angelo invocato è realmente passato ed ha con il suo assenso prodotto il fatto paventato da taluno e augurato invece da un di lui nemico.
Campania
Va truvanno: 'mbruoglio, aiutame.
Letteralmente: va alla ricerca di un imbroglio che lo soccorra. Così a Napoli si dice di chi in situazioni difficili e senza apparenti vie di scampo, si rifugi nell'astuzia, nell'inganno, in situazioni ingarbugliate rimestando nelle quali spera di trovare l'aiuto alla soluzione dei problemi
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