PROVERBI LAZIO
Lista proverbi mandati dagli utenti di Dialettando.com
Li quattrini so' come la rena, na soffiata e voleno.
I soldi sono come la sabbia, un colpo di vento e volano. Basta poco per perderli.
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A chi curre dereto ammo cello che vola o ciarvello lli sona (Bassano Romano /Viterbo).
A chi rincorre progetti impossibili gli va in fumo il cervello.
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Gratis nun canta cello (Viterbo).
Nessuno fa niente per niente.
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O gallo che non becca, angià beccato.
Il gallo che non becca ha già beccato.
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Na mamma campa cient figl', cient figl' n campan' na mamma! (Ripi / Frosinone)
Una mamma cresce cento figli, ma cento figli non sarebbero in grado di "mantenere" una mamma. I figli hanno una loro vita, e non sempre si interessano dei vecchi genitori.
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P' San Grazian' c'sta lu vin', ma manca lu pan' (Ripi/Frosinone)!
Per San Graziano (18 dicembre) c'è il vino, ma non si trova il pane! E' vero che nella tradizione contadina, il cibo spesso scarseggiava in inverno.
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La vipera tè lo veleno alla vocca, la femmena pè tutto (provincia di Latina).
La vipera ha il veleno in bocca, la donna dappertutto.
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Lo malo entra a chigli, esce a once (Sezze/ Latina).
Il male entra a chili, esce a once (oncia, grammi) La malattia grave arriva tutto in un colpo, ma se ne va piano piano.
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Pè i annanzi bisogna ogne le rote (Latina).
Per andare avanti bisogna ungere le ruote. Così si faceva quando il carro agricolo era trainato da animali. L'idea di essere efficienti per andare avanti nella vita. Questa è un'interpretazione. ma è risaputo che "ungere" ha anche almeno... un altro significato!
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La neve marzolina è accome la lengua della malavicina / (Sezze Romano).
La neve di marzo è come la lingua cattiva di una vicina. Può fare molti danni alle colture.
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