PROVERBI LAZIO
Lista proverbi mandati dagli utenti di Dialettando.com
Quella tacca è scita da quiglio ciocco (Sezze Romano).
Quella "scheggia" è uscita da quel ciocco (ceppo). E' proprio suo figlio!!
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Va in giro co 'na scarpa e na ciavatta (Sezze Romano/Latina).
Gira con una scarpa è una ciabatta. Per parlare di una persona in difficili condizioni economiche.
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A San Catall' esc' lu fridd' i entra lu call'(Ripi/ Frosinone).
A San Cataldo (inizio maggio) esce il freddo e etra il caldo.
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A santa Maria Maddalena s'taglia l'avena (Ripi /Frosinone)
A santa Maria Maddalena si taglia l'avena. Si termina il raccolto.
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San Marc, la vite ietta gl'occh'
San Marco, la vite butta gli occhi. Nel modo di parlare popolare gli occhi della vite sono i germogli. "Iettare" significa "germogliare", "crescere".
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P' Sant Urban' lu fruemnt s'fa gran.
Per Sant Urbano il frumento si fa grande.
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Madre brutta fa li fiji bbelli (Roma).
La madre brutta fa i figli belli. Può essere una consolazione per chi non ha una moglie troppo bella!
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Pe' conosce 'na bona pezza ce vo' un bravo mercante (Roma).
Per conoscere una buona "pezza" ci vuole un bravo mercante. L'esperienza aiuta a capire la qualità.
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Autunnu fungaru, invernu nevaru.
Autunno rricco di funghi, inverno nevoso. I funghi vengono numerosi quando l'annata è perticolarmente umida.
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Si tu c'hai n' amico vero falli o foco co legno de pero (Bassano Romano/ Viterbo).
Se hai un vero amico metti nel fuoco legna di pero. Il pero da una legna che riscalda bene, "mantiene il fuoco", non come il fico che brucia in fretta e per di più puzza nel bruciare (vedere proverbio legno de fico...).
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