Le poesie
della regione Veneto
PIANTO ANTICO
Si tratta della traduzione in dialetto veneto (trevigiano-crespanese)della toccante poesia che Giosuè Carducci scrisse in occasione della morte del suo piccolo figlio. E' stata rispettata la metrica, non la rima.
Inviato da: Attilio Scremin
Si tratta della traduzione in dialetto veneto (trevigiano-crespanese)della toccante poesia che Giosuè Carducci scrisse in occasione della morte del suo piccolo figlio. E' stata rispettata la metrica, non la rima.
Inviato da: Attilio Scremin
GOSSE
Dalla grondaia, dopo la pioggia, continuano a cadere delle gocce dentro un secchio. Il sole, al tramonto, investo l'orto. nella siepi gli uccelli si preparano per la notte. La caduta delle gocce nel secchio diminuiscono d'intensità. La campana annuncia che è oramai sera. Poi c'è il silenzio della notte.
Inviato da: Attilo Scremin
Dalla grondaia, dopo la pioggia, continuano a cadere delle gocce dentro un secchio. Il sole, al tramonto, investo l'orto. nella siepi gli uccelli si preparano per la notte. La caduta delle gocce nel secchio diminuiscono d'intensità. La campana annuncia che è oramai sera. Poi c'è il silenzio della notte.
Inviato da: Attilo Scremin
I FANTASMI AMOROSI
Una sposa, ancora bella, ma avanti con gli anni, rievocati dai luoghi, ricorda i molteplici amori della sua giovinezza. Ora non le resta che un piacevole ricordo.
Inviato da: Attilio Scremin
Una sposa, ancora bella, ma avanti con gli anni, rievocati dai luoghi, ricorda i molteplici amori della sua giovinezza. Ora non le resta che un piacevole ricordo.
Inviato da: Attilio Scremin
NA RANA A UN CONGRESSO DE USIGNOI
Per un disguido, una rana riceve un invito a partecipare a un congresso di usignoli. Affascinata dai melodiosi canti e gorgheggi, quanto ritorna allo stagno di dà un sacco di arie e volendo far sfoggio di quanto appreso, intende ripetere il canto dell'usignolo emettendo il suo misero Cra. Le compagne la guardano stupite e lei, reputandosi ammirata, ripete il suo verso, non capendo che quelle delle altre rane è uno sguardo di scherno. Ci sono persone che si esaltano e si danno arie per quello che non sono e credono di essere.
Inviato da: Attilio Scremin
Per un disguido, una rana riceve un invito a partecipare a un congresso di usignoli. Affascinata dai melodiosi canti e gorgheggi, quanto ritorna allo stagno di dà un sacco di arie e volendo far sfoggio di quanto appreso, intende ripetere il canto dell'usignolo emettendo il suo misero Cra. Le compagne la guardano stupite e lei, reputandosi ammirata, ripete il suo verso, non capendo che quelle delle altre rane è uno sguardo di scherno. Ci sono persone che si esaltano e si danno arie per quello che non sono e credono di essere.
Inviato da: Attilio Scremin
forestier
poesia nella parlata di Fossalta di Piave (VE) scritta negli anni '60 prima di partire, come molti italiani, verso la Svizzera in cerca di una condizione di vita migliore di quella che offriva l'Italia del dopoguerra.
Inviato da: Federico Crico
poesia nella parlata di Fossalta di Piave (VE) scritta negli anni '60 prima di partire, come molti italiani, verso la Svizzera in cerca di una condizione di vita migliore di quella che offriva l'Italia del dopoguerra.
Inviato da: Federico Crico
La canzone di Auliver
La "Canzone di Auliver", databile attorno al XIII secolo, presenta tratti tipici del trevigiano e del bellunese antico, riportando il testo all'area cittadina di Treviso. Ciò non toglie che, in accordo con la situazione di sincretismo culturale della Marca, vi compaiano, accanto a tratti più peculiari della zona (alcune forme lessicali, la -s di mas e fais e i dittonghi di cuer, leu, çeuch), insistiti provenzalismi (il condizionale volgr(a), aisì, cuidar), francesismi anche crudi (fait, il possessivo son, plaisir, fais) e tratti franco-veneti (come le affricate di çoi e zaitif).
Inviato da: Ivan Crico
La "Canzone di Auliver", databile attorno al XIII secolo, presenta tratti tipici del trevigiano e del bellunese antico, riportando il testo all'area cittadina di Treviso. Ciò non toglie che, in accordo con la situazione di sincretismo culturale della Marca, vi compaiano, accanto a tratti più peculiari della zona (alcune forme lessicali, la -s di mas e fais e i dittonghi di cuer, leu, çeuch), insistiti provenzalismi (il condizionale volgr(a), aisì, cuidar), francesismi anche crudi (fait, il possessivo son, plaisir, fais) e tratti franco-veneti (come le affricate di çoi e zaitif).
Inviato da: Ivan Crico
[Ziralda bela, a t'hè vezù a ballare...]
Un composizione in antico pavano di Giambattista Maganza (El Magagnò)(Padova 1510 - Vicenza 1586)
Inviato da: Giambattista Maganza
Un composizione in antico pavano di Giambattista Maganza (El Magagnò)(Padova 1510 - Vicenza 1586)
Inviato da: Giambattista Maganza
[Pien d'un vecchio pensier, che me desvìa...]
Poesia del grande poeta e commediografo veneziano Andrea Calmo (Venezia, 1510-1571)
Poesia del grande poeta e commediografo veneziano Andrea Calmo (Venezia, 1510-1571)
Dove el siélo
poesia in lingua veneziana di uno dei massimi poeti del Novecento di questa città.
Inviato da: Attilio Carminati
poesia in lingua veneziana di uno dei massimi poeti del Novecento di questa città.
Inviato da: Attilio Carminati